



In verità la Capitaneria di Porto si era mossa e, con ordinanza N° 7/2017 del 2 marzo 2017 aveva disciplinato in via provvisoria l’ingresso e l’uscita dal Porto di Tropea prevedendo la necessità di porre boe luminose.
Dal testo dell’Ordinanza si apprende che “presso le dighe foranee del porto di Tropea (W) non sono presenti i sotto notati segnalamenti marittimi, seppur disposti dal competente Comando Zona Fari di Messina con nota nOTC/4186 in data 04/08/2008 ed approvati dall’Ispettorato Logistico Fari di Roma con foglio n040/10657 del 14/07/2008:
• Fanale a luce fissa VERDE – molo di sopraflutto ostruzione interna;
• Fanale a luce fissa ROSSA – molo sottoflutto ostruzione interna.
Rende noto, inoltre, che in prossimità del fondale antistante il fanale verde E.F. 2700 (E1760), posto in testata al molo foraneo, è presente una consistente situazione di insabbiamento conconseguenti bassi fondali “…..
Dopodichè sono indicate le norme e gli orari per l’ingresso e l’uscita dal Porto che gli utenti devono osservare.
Dall’Ordinanza non è possibile rilevare il responsabile della mancanza dei due segnalamenti marittimi di ostruzione interna molo sopraflutto e sottoflutto ostruzione interna nè della consistente situazione di insabbiamento.”
In una nota protocollata il 15 luglio 2015.ed indirizzata al Sindaco,al Segretario generale ed ai Consiglieri e Capi Gruppo del Comune di Tropea già si prospettava la situazione di insabbiamento dell’entrata del Porto già visibile ad occhio nudo a fine estate 2014 ed anche, l’atto di concessione 50.le (allegato di 72 pagine) da cui si evinceva che la manutenzione ordinaria e straordinaria spettavano alla concessionaria Porto di Tropea SpA.
Ma è inutile rammentare che, a parte i Consiglieri ROMANO e BRETTI, durante tutta l’Amministrazione RODOLICO, l’argomento PORTO è stato assolutamente tabù, nonostante la “guerra” fatta al sindaco Vallone sull’argomento Porto, in particolare dal Sindaco RODOLICO e suoi seguaci .
E cosi dopo ben tre anni dall’inizio dell’insabbiamento nessuno si è sognato, a norma di contratto di concessione, di imporre alla PORTO SpA almeno questo adempimento.
Ora profittando di un bando POR , proprio un mese fa l’arch. Giannini , nuovo Responsabile Area Tecnica del Comune ha proposto, e i Commissari hanno subito approvato, un Piano di Fattibilità per opere di adeguamento e potenziamento del Porto di Tropea per oltre 4milioni e mezzo di euro.
Abbiamo già commentato la bontà di questa occasione e abbiamo anche scritto che con questo investimento (ove realizzabile), che si sommerebbe ai 30 miliardi delle vecchie lire spese 20 anni fa per il porto, salirebbe a circa 39 miliardi delle vecchie lire il valore degli investimenti di denaro pubblico ( ma per TROPEA il valore è molto molto di più non foss’altro che per l’immagine) concesso per cinquant’anni ad una società di gestione immeritevole di questo enorme regalo e che si sta dimostrando sempre più inadeguata e senza controlli. A parte tutto, oltre che a pensare esclusivamente “ai fatti suoi” non cura assolutamente la manutenzione ordinaria nè quella straordinaria…..non fa neanche le pulizie …. neanche quelle pasquali !!!!!
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Sta continuando a dettare la sua “agenda”, sicuramente molto più gradita agli americani e a certi paesi europei sui quali ci asteniamo dal commentare. Lo Statista italiano dell’anno o lo Statista dell’anno ?…. perché a noi dei gusti di Biden o Macron…
..”non ce ne può fregà de meno!”
a Mario DRAGHI tutto si può dire meno che non si sia più che esposto personalmente. Per tale motivo si é assunto le responsabilità di quel che è già successo e che ahimè, a breve succederà .
Egoisticamente, ma ragionevolmente, ci riferiamo in primis all’Italia e agli Italiani.
Draghi ce lo hanno imposto e nessuno lo ha mai votato unitamente alla pletora di politici, esperti, consulenti, tecnici, scienziati e saggi di cui si è voluto circondare per stravolgere la vita degli italiani senza curarsi delle conseguenze e dei loro disagi.
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MARIO DRAGHI NON HA CAPITO …L’Occidente si piegherà a pagare in rubli il gas e il petrolio della Russia? Ho letto risposte e commenti da rimanere storditi. Non uno che ci capisca una ceppa e che faccia un discorso logico. Chi dice che ci guadagneremo. Chi dice che fra poco compreremo tutto il gas che ci serve dall’Algeria e quindi il problema non si pone.
Chi dice che è un capriccio di Putin che non serve a niente. Un pò di tutto (o di niente).Per aver lavorato molti anni nel settore della trivellazione di pozzi di petrolio e gas e per diversi anni nel settore della compravendita di petrolio e gas (Blue Green Holding SA, in Italia presente come Tamoil) vi do un paio di informazioni. Per le compagnie italiane non farà gran differenza pagare in una valuta piuttosto che in un’altra. Bisognerà però procurarsi quella valuta e lo si può fare praticamente solo comprando rubli dalla Banca Centrale Russa, non si trova un miliardo di euro al giorno in rubli all’angolo della strada. E si comprano rubli pagando in euro o dollari. In questo modo succede che il pagamento delle forniture va direttamente alla Stato russo senza transitare dalle compagnie petrolifere russe come la Gasprom. Si bypassano le sanzioni in pratica.
Un miliardo di euro al giorno direttamente nelle casse russe e subito spendibili. Inoltre la fame di rubli sul mercato rafforzerà la valuta russa annullando o diminuendo di molto gli effetti di svalutazione sulla moneta procurati dalle sanzioni. Si crea un principio nuovo. Non solo euro o dollari per le transazioni internazionali ma anche rubli che saranno accettati in pagamento anche da aziende europee sapendo che sono facilmente rivendibili.
Non ci sono possibilità di approvvigionamento di gas o petrolio da altri fornitori in tempi brevi. Per portare il gas in Italia ci vogliono i tubi che NON CI SONO e quelli che ci sono, erogano già quasi alla massima portata. Per fare un altro gasdotto ci vogliono accordi internazionali e diversi anni. Per comprare il gas americano liquefatto e trasportarlo per nave ci vogliono le navi e i rigasificatori CHE NON ABBIAMO. Ovvero ne abbiamo 2 o 3, per soddisfare il fabbisogno ne servirebbero 30 o 40 e costano un sacco di soldi (circa 50 miliardi di investimenti) e ci vogliono anni per costruirli oltre al fatto che il gas americano è molto più costoso di quello russo essendo caricato anche dei costi di trasporto, di liquefazione e di rigassificazione. Fra l’altro ieri Biden ha detto che può darci fino a 15 miliardi di gas liquefatto. All’Europa ne servono 155 miliardi. Se ricominciamo a trivellare in adriatico possiamo tirare fuori (fra qualche anno) forse 5 o 6 miliardi di metri cubi annui. Ne servono 30, si attenua un poco il problema ma non si risolve. Per il petrolio nessuno dei grandi produttori ha accettato di aumentare la prduzione per sopperire al petrolio russo. L’Arabia Saudita nemmeno ha voluto parlare con gli Americani e si è detta neutrale e non applica sanzioni alla Russia. Il Venezuela si è schierato apertamente con la Russia. Idem gli Emirati Arabi. Idem l’IRAN. Molti Paesi sono stanchi delle ingerenze USA in casa loro. L’IRAN non ne può più. In Venezuela per Maduro l’unico americano buono è un americano morto. Gli “amici” sauditi hanno ricevuto un pò di sgarbi dagli americani e il giovane principe se chiama Biden nemmeno alza il telefono. Gli Emirati Arabi hanno troppi interessi russi sul loro territorio per inimicarsi Putin.Chi ci darà il petrolio? Tanto petrolio….. Babbo Natale? Il nucleare? 10 anni. La green energy ? 10–15 anni e costi stratosferici e comunque non è una soluzione definitiva e reale, Gli americani? Non possono sostenere il fabbisogno europeo. Producono tanto ma hanno anche un fabbisogno interno enorme e 330 milioni di abitanti e da soli non sono assolutamente in grado di soddisfare le richieste europee. Il 60% del petrolio che consuma l’Europa è russo. E’ un oceano di petrolio che alimenta quasi mezzo miliardo di auto e camion. Ed è inoltre facilmente vendibile ad altri acquirenti come l’India per esempio che ne ha una fame spropositata e ha 3 volte gli abitanti di tutta l’Europa. E il prezzo sta continuando a salire: il petrolio a 115 dollari (il Brent addirittura 121), il prezzo del gas a 295 euro il megavattore, il 23 febbraio era a 88 euro. Se pensavamo di impoverire i russi con le sanzioni mi pare che abbiamo sbagliato strategia. Li stiamo arricchendo spaventosamente. Il rublo è già tornato “potabile”, dal picco di 156 rublo per un dollaro siamo già a circa 106 e ancora il “run” al rublo non è cominciato. Figurarsi. Gli abbiamo fatto il solletico. Svalutato la moneta del 20% e aumentato le loro entrate del 100%.In definitiva non c’è alternativa credibile al momento. Fra 5 anni forse. Non fra 5 mesi. La scelta è fra il metterci d’accordo con i russi e conservare un minimo di rapporti commerciali, anche obtorto collo, oppure prendere una sberla economica apocalittica. Chiuderebbe metà delle fabbriche energivore del Paese. Ci sarebbero milioni e milioni di disoccupati. La Germania si è già espressa chiaramente: facciamo quello che volete, qualsiasi sanzione, ma lasciate stare petrolio e gas. Idem la Francia che è certo più indipendente di noi ma ha problemi identici. Più chiaro di così….. ma lasciando stare petrolio e gas e pagando in rubli, le sanzioni è come se non ci fossero per la Russia. Fanno male solo a chi le applica. E il pagamento in rubli non è che dovremmo “piegarci” a farlo. O lo facciamo o chiudono i rubinetti. I russi possono risolvere i loro problemi di vendita in tempi ragionevoli, soprattutto il petrolio. Noi andiamo verso la bancarotta con il botto. Sacrificando qualche pedone i russi stanno vincendo una partita di livello mondiale che cambierà gli equilibri economici del mondo. E se non si chiama scacco al Re questo (speriamo non sia un matto), non so come chiamarlo. E in Italia c’è gente che canta vittoria e a scacchi nemmeno sa giocare.Spero di essere stato utile e di aver chiarito le idee a tutti.(Carlo De’ Coppolati)[Laureato in materie economiche e in Relazioni Internazionali, esperto di Contrattualistica Internazionale].
Prima Parte* 11 maggio 2019
Seconda Parte* 12 Maggio 2019