1_INTERROGATIVI sul PORTO

 TROPEAwTropea,3 gen 2016
Visto il “coraggio” con il quale l’Ammini- strazione mette in discussione decisioni e iniziative adottate, viene spontaneo interrogarsi sull’evidente variazione di rotta sullo scottante e controverso argomento PORTO. Non possiamo scordarci che alcuni autorevoli componenti dell’at-tuale Amministrazione hanno speso molto (per anni e sino al giorno delle ultime elezioni) sul “problema Porto”. Denunzie, battaglie in sede di Consigli Comunali, bagarre mediatica, lagnanze per il danno arrecato alla comunità tropeana. Dal giorno dell’ascesa al governo a tutt’oggi , sul PORTO, non è stata spesa una parola né uno scritto.  In effetti sono stati soltanto due Consiglieri, Bretti e Romano, a sollecitare una presa di coscienza sull’argomento Porto, ma questo risale al maggio scorso.   Nessun altro consigliere, di maggioranza o minoranza, ha fatto mai alcun cenno. Nonostante l’immediata disponibilità di intervenire espressa direttamente dal Sindaco nella seduta di Consiglio del 15 maggio scorso, nessuna iniziativa risulta essere stata adottata per attivare un minimo di controllo sul comportamento della Partecipata che ha dimostrato, da sempre, scarsa trasparenza e comportamento poco collaborativo nei confronti del Socio Pubblico.rodol-vallone
Neanche l’allarmata let- tera riservata del 16 set- tembre 2014 della Segre- taria Comunale uscente che, nell’immediato, aveva provocato propositi di urgente e deciso intervento legale a difesa degli interessi del Comune nei confronti della inadempiente Partecipata, ha lasciato alcun segno.
Nessuna azione è stata intrapresa e nessun legale è stato nominato.. In effetti un incarico legale da parte del Comune appare nella determina 354 del 2 dicembre 2015 . Ma si tratta di una costituzione in giudizio innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Vibo Valentia avverso i ricorsi (IMU 2012 e 2013 ) proposti dalla soc. Porto di Tropea SpA contro il Comune di Tropea, che la dice lunga sull “affiatamento” tra i due soggetti.
In conclusione, appare inspiegabile che l’attuale maggioranza, appena giunta al governo, abbia fatto calare il sipario sull’argomento Porto mentre necessiterebbe una buona dose di trasparenza sui motivi di tanta inerzia. La società, intanto, è apparsa sempre più inadeguata e immeritevole della concessione cinquantennale.
Il Comune è socio di minoranza al 20% (l’ulteriore quota del 10% non risulta essere ancora stata trasferita nonostante ciò rientri tra le condizioni contrattuali di concessione) e ci sono voci che la partecipata non sia esattamente in regola con il versamento dei canoni demaniali mentre l’ultimo bilancio non risulta, alla data odierna, ancora pubblicato.
I due soci privati della Porto SA, negli ultimi tre anni dichiarano fatturato zero con i bilanci in perdita. Il terzo socio privato è fallito dal 2009.  Scatole vuote.
Come se ciò non bastasse la manutenzione è trascurata , l’imboccatura del Porto è insabbiata da quasi due anni e la situazione non può che peggiorare con grave pericolo per la navigazione.portoinsab
Nessuna seria verifica sulla gestione e sulla conduzione del Porto è stata ri-chiesta dall’Amministrazione al Re-sponsabile del Demanio che, guarda caso, è sempre l’ormai vituperato Capo dell’Area Tecnica del Comune e sul quale, a questo punto, si ha la net-ta sensazione si vogliano scaricare le responsabilità di tutti i guai che afflig- gono la città di Tropea.(Urbanistica, Lavori Pubblici, Sportello  Suap , Am- biente, attività di depurazione, discariche, raccolta e smaltimento rifiuti, Demanio Marittimo ecc. ecc)Intanto, in una recente tervista ad un autorevole componente dell’attuale Amministrazione, leggiamo : È un ufficio che per alcune singole competenze potrebbe fare molto di più, ma vi sono incrostazioni che risalgono a una gestione ventennale di malsana commistione fra area politica ed amministrativa. Cambiare la mentalità è difficile. Gli uffici comunali dovrebbero rispondere a criteri di efficienza, i dirigenti dovrebbero essere sganciati da ogni condizionamento politico. Il paradosso non è l’invadenza della politica sulla scelta di carattere tecnico, ma l’immobilismo più totale dell’apparato amministrativo che poco funziona se non sollecitato dagli organi politici”. Una analisi che appare più una ammissione di impotenza e  consapevolezza che non sia stato fatto abbastanza, visti i risultati.

 

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