PERACOTTARO

PERACOTTARO
A Roma quando qualcuno fa una figuraccia, dimostrando di essere un inetto e un pasticcione, che quello che fa non è proprio il mestiere suo, magari proprio dopo essersi appena vantato delle proprie capacità, si dice, pure simpaticamente, che fa ” ‘na figura da peracottaro”.
Il peracottaro era un venditore ambulante di pere cotte, che portava la sua merce in un canestro quasi cilindrico, che legava al collo con una cinghia di cuoio, e che appoggiava sulla pancia durante il trasporto. Sul fondo di questo canestro veniva inserito un recipiente di metallo pieno di brace, e sopra di esso si adagiava una pentola di rame contenente le pere (e a volte le mele) cotte.
Il grido tipico dell’ambulante era semplicemente “Peracottaro”, ma Giggi Zanazzo, nel 1907, ricorda anche, come frase tipica “So’ canniti le pere cotte bone” (canniti=canditi), oppure Ce l’avemo messo er zucchero, le perecotte bone calle calle, per un sòrdo, calle!”.
Il perchè poi la tradizione abbia legato la figura di questo professionista a quella di un cialtrone incompetente, non è dato saperlo… ma possiamo immaginare che qualcuno abbia acquistato delle pere cotte non troppo buone…!

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